Isfar Sarabski Quartet per il Roma Jazz Festival 2022

 

Per il Roma Jazz Festival 2022, martedi 15 novembre, presso la sala Petrassi di Roma si è esibito  il quartetto Azerbaijan, Isfar Sarabski.

 

Il  gruppo nasce  nel 1989 a Baku, Azerbaijan, Isfar Sarabski si è formato presso il celebre Berklee College of Music di Boston per poi vincere nel 2009 la Solo Piano Competition del Montreux Jazz Festival e aggiudicarsi, l’anno dopo, l’Honorary Artist of Azerbaijan e lo Zirva State Prize.  Pronipote del cantante Huseyngulu Sarabski, figura leggendaria della musica azera, Isfar Sarabski ha firmato il suo debutto discografico nel 2021 con Planet, specchio di un’idea eclettica del jazz, dove il linguaggio di derivazione afroamericana si mescola con esplorazioni elettroniche, echi sinfonici e un pianismo che può rammentare Rachmaninov. Il suo è un jazz impressionista ricco di riferimenti alla tradizione folcloristica del suo Paese di origine e nel contempo aperto all’esplorazione di paesaggi sonori elettronici. Per lui, infatti, i confini tra i generi non esistono, lo stile musicale del trentenne azero talvolta può essere accostato a quello di Brad Mehldau, ma si avventura anche nel classico approccio minimalista. Ha un forte senso della narrazione e dimostra di nutrire un rispetto per la musica tradizionale azera.

 

Il Berklee College of Music, fondato a Boston nel 1945, è un istituto universitario privato dedicato alla musica contemporanea, allo studio del jazz e della musica moderna americana, ma include stili diversi quali rock, l'hiphopsoulbluegrass e flamenco.

 

All'epoca in cui fu fondata, la maggior parte delle scuole di musica si focalizzava sulla musica classica; l'intento pionieristico di Berklee fu quello di fornire insegnamenti formali di altre musiche popolari, non disponibili in altre scuole, quali jazz e rock.

 

Ciò  a cui abbiamo assistito ieri è stata una vera e propria rivelazione. Il gruppo musicale ha creato un sound minimalista, partito da una malinconia di base, le sensazioni, le origini, hanno sicuramente influenzato la musicalità ricca di suoni, come se mille voci parlassero entrando direttamente nel corpo e nell’ anima dello spettatore, che si lascia avvolgere e trasportare in altri mondi. Affascinante il modo di portare il loro jazz, spingendolo all’ennesima potenza.

 

Una vera e propria boccata d’ aria, terminata con una standing ovation del pubblico. Complimenti!




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