Eccezionale Roberto D' Alessandro con "Terroni centocinquant ‘anni di menzogne"
Articolo di Cosimo Sinforini.
Dal 24 al 29 Aprile è in scena presso il Teatro Ghione di Roma, "Terroni centocinquant ‘anni di menzogne", dal libro di Pino Aprile,
diretto e interpretato da Roberto D ‘Alessandro. La verità sulla questione meridionale nello spettacolo amaramente ironico tratto dal saggio di Pino Aprile. Dalle cronache locali delle battaglie fra piemontesi e Borboni attraverso 150 anni di verità taciute, la ‘controstoria’ dell’Unità d’Italia spiega le reali ragioni della questione meridionale. Spettacolo per narratore e musiche, tratto dall’omonimo saggio di Pino Aprile. “Ciao! Io sono il Nord” “Ciao! Io sono il Sud” l’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse. L’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perchè in parte è veritiero, ma non è questo il punto. Il punto è capire il perché di questa distanza ormai oggettivamente abissale. E proprio in questo 150° anno dall’Unità d’Italia si deve constatare che il grande squilibrio trova origine appunto in una “malaunità”. Questi sono i presupposti su cui si basa lo spettacolo di Roberto D’Alessandro e il libro di Pino Aprile da cui questo è tratto. Un excursus attentamente documentato attraverso la storia d’Italia, non quella proposta dai libri di scuola, ma quella taciuta dalla storiografia ufficiale. Una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud. E l’amara, inevitabile conclusione è che la questione meridionale, chiaramente, rimane un problema insoluto da 150 anni solo perché non lo si è voluto risolvere. Lo spettacolo parte dunque da un saggio frutto di studi e ricerche documentaristiche, ma lungi dall’essere didascalico racconta con il sorriso e la leggerezza di un’ironia che si ostina ad emergere, grandi tragedie umane e sociali. Sono le cronache ottocentesche di una guerra, quella dei piemontesi al Regno Borbonico, che fu più di invasione che di liberazione; sono le storie di cosiddetti briganti che altro non erano se non contadini trasformati dagli eventi in soldati della resistenza; sono i terribili resoconti di soprusi e violenze subiti in silenzio, non ultima la condanna all’esodo di milioni di meridionali che purtroppo continua tutt’oggi. Ad accompagnare malinconicamente la narrazione di questa “idea nuova che si nutre di verità”, un coro di ballate e canzoni popolari. Musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo ed eseguite da MARIANO PERRELLA, indispensabile cassa di risonanza emotiva a cotanto materiale. Spettacolo abilmente giocato sul filo di sentimenti contrastanti, sotto i quali la rabbia serpeggia e cresce nell’elencare l’infinita lista delle vessazioni subite, fino all’ultimo tentativo di truffa ai danni del sud, perpetrato nei nostri giorni: il federalismo fiscale e l’Europa unita. E’ tempo per l’Italia di affrontare il riconoscimento delle ragioni storiche, culturali e soprattutto economiche della questione meridionale, ma è soprattutto auspicabile un momento in cui l’Italia sappia fare i conti con il proprio passato per essere libera di creare un futuro altrimenti negato. E magari anche per comprendere le migrazioni odierne di altri popoli mediterranei. Ma forse è chiedere troppo. Associato allo spettacolo è il gruppo TiramiSUD, il Festival Meridionalista! Il "Festival Meridionalista" nasce dal desiderio di coniugare il rilancio delle identità culturali e tradizionali del SUD con la promozione delle tipicità produttive locali, vere e proprie eccellenze frutto di millenni di Storia mediterraneo-centrica.
Dal 24 al 29 Aprile è in scena presso il Teatro Ghione di Roma, "Terroni centocinquant ‘anni di menzogne", dal libro di Pino Aprile,
diretto e interpretato da Roberto D ‘Alessandro. La verità sulla questione meridionale nello spettacolo amaramente ironico tratto dal saggio di Pino Aprile. Dalle cronache locali delle battaglie fra piemontesi e Borboni attraverso 150 anni di verità taciute, la ‘controstoria’ dell’Unità d’Italia spiega le reali ragioni della questione meridionale. Spettacolo per narratore e musiche, tratto dall’omonimo saggio di Pino Aprile. “Ciao! Io sono il Nord” “Ciao! Io sono il Sud” l’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse. L’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perchè in parte è veritiero, ma non è questo il punto. Il punto è capire il perché di questa distanza ormai oggettivamente abissale. E proprio in questo 150° anno dall’Unità d’Italia si deve constatare che il grande squilibrio trova origine appunto in una “malaunità”. Questi sono i presupposti su cui si basa lo spettacolo di Roberto D’Alessandro e il libro di Pino Aprile da cui questo è tratto. Un excursus attentamente documentato attraverso la storia d’Italia, non quella proposta dai libri di scuola, ma quella taciuta dalla storiografia ufficiale. Una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud. E l’amara, inevitabile conclusione è che la questione meridionale, chiaramente, rimane un problema insoluto da 150 anni solo perché non lo si è voluto risolvere. Lo spettacolo parte dunque da un saggio frutto di studi e ricerche documentaristiche, ma lungi dall’essere didascalico racconta con il sorriso e la leggerezza di un’ironia che si ostina ad emergere, grandi tragedie umane e sociali. Sono le cronache ottocentesche di una guerra, quella dei piemontesi al Regno Borbonico, che fu più di invasione che di liberazione; sono le storie di cosiddetti briganti che altro non erano se non contadini trasformati dagli eventi in soldati della resistenza; sono i terribili resoconti di soprusi e violenze subiti in silenzio, non ultima la condanna all’esodo di milioni di meridionali che purtroppo continua tutt’oggi. Ad accompagnare malinconicamente la narrazione di questa “idea nuova che si nutre di verità”, un coro di ballate e canzoni popolari. Musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo ed eseguite da MARIANO PERRELLA, indispensabile cassa di risonanza emotiva a cotanto materiale. Spettacolo abilmente giocato sul filo di sentimenti contrastanti, sotto i quali la rabbia serpeggia e cresce nell’elencare l’infinita lista delle vessazioni subite, fino all’ultimo tentativo di truffa ai danni del sud, perpetrato nei nostri giorni: il federalismo fiscale e l’Europa unita. E’ tempo per l’Italia di affrontare il riconoscimento delle ragioni storiche, culturali e soprattutto economiche della questione meridionale, ma è soprattutto auspicabile un momento in cui l’Italia sappia fare i conti con il proprio passato per essere libera di creare un futuro altrimenti negato. E magari anche per comprendere le migrazioni odierne di altri popoli mediterranei. Ma forse è chiedere troppo. Associato allo spettacolo è il gruppo TiramiSUD, il Festival Meridionalista! Il "Festival Meridionalista" nasce dal desiderio di coniugare il rilancio delle identità culturali e tradizionali del SUD con la promozione delle tipicità produttive locali, vere e proprie eccellenze frutto di millenni di Storia mediterraneo-centrica.
Proprio
dalla Tradizione, nel senso di "tradere-tramandare", si vuole
prendere spunto per dire al Mondo, in primis agli "itaGliani", che
non esiste un Italia di serie B, fannullona e parassitaria, anzi - qualora
dovesse esistere- non è di certo l'Italia del SUD!
Roberto
D' Alessandro è un artista poliedrico, un regista di un' intelligenza
sopraffina e un attore dalle indubbie qualità. Il suo curriculum d'altronde
parla chiaro. Ha lavorato per anni con Gigi Proietti, Bruno Corbucci, Claudio
Insegno, Pippo Franco, Augusto Fornari e tanti altri. In scena è lui a dettare
i ritmi del gioco, accompagnandosi col grande musicista Mariano Perrella e
insieme al gruppo Il trio di Marco R. Marini.
Un ritmo serrato, senza mai fermarsi, proprio per far capire la sua
rabbia verso le ingiustizie subite dal Sud. Oggi che l' immigrazione sta
diventando il problema principale di un' Italia ormai allo sbando, quasi ci si
dimentica di ciò che il Nord ha creato in tutti questi anni ai danni del Sud.
Non dovrebbe esistere questa distinzione se non geografica, invece è diventato
un modo per mettersi al di sopra con distacco dalle vicende del Sud, usato e
sfruttato il più possibile e meta degli uomini più potenti durante le loro
vacanze estive. I luoghi più belli d' Italia e non, si trovano proprio al Sud
ed è incredibile come con le potenzialità che si hanno in quelle terre, non si
riesca a favorire il turismo e ad eliminare i problemi di povertà. Roberto D'
Alessandro è arrabbiato davvero in scena, sente talmente tutto ciò che dice, da
zittire il pubblico, immerso in questa tragicomica storia dell' unità d'
Italia. Assolutamente da non perdere! Complimenti!
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