Dal 17 maggio tutti al cinema con "IL CODICE DEL BABBUINO"

Articolo di Cosimo Sinforini


In uscita il 17 maggio il nuovo film di Davide Alfonsi e Denis Malagnin, "Il Codice del Babbuino". Un film con Denis MalagninoTiberio SumaStefano Miconi ProiettiMarco PocettaFabio Sperandio.   Dopo “La Rieducazione” e “Ad Ogni Costo”, Davide Alfonsi e Denis Malagnino, colonne storiche del collettivo Amanda Flor, tornano su grande schermo con una storia di intolleranza, rabbia e vendetta. Dal tramonto all’alba, tutto in una notte, un western metropolitano ambientato nell’hinterland romano, con i campi rom al posto degli accampamenti indiani e le sale slot in luogo dei saloon. Nelle vicinanze di un campo rom viene rinvenuto il corpo di una donna, vittima di uno stupro. Il compagno della ragazza, Tiberio, si mette subito alla ricerca dei responsabili, convinto a vendicare personalmente la sua donna. Accanto a lui l’amico Denis, padre di famiglia senza lavoro che, per la disperazione, ha deciso quella notte stessa di iniziare a spacciare droga. Denis tenterà in tutti i modi di far desistere dai progetti di vendetta il giovane e impulsivo Tiberio, ma la situazione si complicherà terribilmente quando entra in scena il Tibetano, sornione e beffardo boss del quartiere con il quale Denis è pesantemente indebitato…
 Dicono i registi Davide Alfonsi, Denis Malagnino: "L’idea nasce da un fatto di cronaca nera accaduto a Guidonia una decina di anni fa, la sceneggiatura del film, infatti, prende vita già nel 2012: una gestazione lunga e complicata, segnata da serie difficoltà produttive che hanno portato il progetto a vedere la luce soltanto nel 2017. Lo script iniziale era molto diverso dall’attuale, si basava su tre storie, intrecciate tra loro, scaturite dallo stupro di una ragazza. Purtroppo siamo stati costretti a eliminare due dei tre filoni narrativi per poter realizzare più facilmente il film. Le produzioni no budget, come la nostra, comportano queste evirazioni continue alla fantasia, devi sempre riporre nel cassetto pagine e pagine di sceneggiatura che non potranno mai essere realizzate in quanto fuori budget. Siamo comunque andati avanti, nonostante tutto e tutti, spinti dal bisogno di assecondare quell’esigenza artistica che da sempre ci accompagna e soprattutto di raccontare proprio questa storia e questo scenario, che veicola messaggi e temi a noi cari.  Resta l’amaro in bocca nel constatare quanto, nonostante il tempo trascorso, storie come le nostre – da “La Rieducazione” passando attraverso “Ad Ogni Costo” fino al “Il Codice del Babbuino” – restino sempre dannatamente attuali, soprattutto in Italia." Il nostro è un cinema “grezzo”, che ogni spettatore plasma a sua immagine e somiglianza, a seconda della realtà in cui vive e della dimensione in cui si muove. O ci entri, o ti lascia fuori. Quando fai cinema nella più totale indipendenza e libertà devi necessariamente fare di necessità virtù, il che da un lato è una grandissima frustrazione ma dall’altro è un raro e prezioso stimolo, grazie al quale si riesce a superare i propri limiti."  Un film che per quanto riguarda la scena italiana è sicuramente fuori dalle logiche di mercato, e proprio per questo motivo è da promuovere e spingere affinché anche altri inizino ad intraprendere la stessa strada. Ovviamente con un budget importate puoi permetterti molte cose, ma in questo caso, bastava una camera e una troupe per dar via alla magia. Un cinema scarno, essenziale, che lavora per sottrazione come i grandi del passato hanno saputo fare. Il cinema di Cassavetes, il cinema del Dopoguerra, Pasolini, Sergio Citti, cineasti che hanno lasciato il segno. In questo caso, una regia astuta, una camera sempre sugli attori, ci da l' idea della vera borgata, dell' ossessione della vendetta, della corruzione, del sacrificio  e di chi una scelta non ce l' ha. Bravissimi gli interpreti, colonna sonora di Dario Zais, bellissima e fondamentale per l' atmosfera del film. Assolutamente da vedere!



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