Strepitosa Lina Sastri presso il Brancaccio di Roma


Articolo di Cosimo Sinforini



LINA SASTRI
PENSIERI ALL'IMPROVVISO

Poesia in musica
di Lina Sastri
Arrangiamenti di Maurizio Pica
Pianoforte Ciro Cascino
Chitarra Maurizio Pica
Chitarra Filippo D’Allio
Chitarra Salvatore Ferraiolo
Contrabbasso Luigi Sigillo
Batteria e Percussioni Salvatore Minale
istallazione scenica di Alessandro Kokocinsk
Regia di Lina Sastri


Il 9 maggio è andato in scena lo spettacolo LINA SASTRI
PENSIERI ALL'IMPROVVISO, presso il Teatro Brancaccio di Roma. Una riflessione poetica in controluce sull’amore, sulla vita, sull’arte. Ispirata al libretto omonimo in versi di Lina Sastri. Brevi sprazzi di luce e ombre del cuore, spesso nati spontaneamente in versi, così all’improvviso… trascritti, fermati sulla carta prima che svaniscano. Testi e composizioni in versi di Lina Sastri, più qualche breve citazione da scritti poetici e letterari di donne che molto hanno amato e scritto di Napoli. La musica è la musica dei poeti: da Dalla a De Andrè, da Tenco, a De Gregori, a Pino Daniele. Più qualche sorpresa.
Poesia che parla di ferita d’amore e di ferita dell’anima, ma anche di gioia improvvisa. Di dolore e speranza. Di etica e di giustizia. In un percorso che si svela in circa dieci capitoli.
Il sottotitolo è “cantata del prima e del dopo”. Il prima e il dopo segnano il tempo dell’anima: quando le cose si sentono, in modo diverso; con maggiore passione forse il prima, ma con profondo amore, dolore e pietà il dopo. E la musica scandisce i tempi del respiro del cuore. Ogni tanto il canto. In scena, con la Sastri strumenti acustici, pianoforte e corde.

Uno spettacolo unico, inimitabile, essenziale. La capacità, come solo i grandi sanno fare, di emozionare appartiene a Lina Sastri, attrice, cantante e acrobata dei sentimenti umani.
La sua napoletanità la spinge fino agli estremi, sviscerando parole, emozioni e ricordi. Il suo maestro, Eduardo De Filippo, quasi un simbolo spirituale, un educatore in tutti i sensi, è qui ricordato attraverso aneddoti del suo vissuto. Lo spettacolo ruota come se fossimo catapultati in una notte di primavera, con quella leggerezza di tempi ormai andati, il tempo dell’ amore, della sofferenza, della gioia e del dolore. Grazie Lina Sastri e grazie al Teatro Brancaccio!

 


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