AL TEATRO VASCELLO DI ROMA VA IN SCENA ANTONIO REZZA CON - AMISTADE - DAL 12 AL 17 DICEMBRE
articolo di Cosimo Sinforini
di Antonio
Rezza e Flavia Mastrella
con
Antonio Rezza, Ivan Bellavista
e la presenza straordinaria di Fabrizio De Andrè
Una
contaminazione di: Flavia Mastrella, Antonio Rezza sfuggita dalle labbra di
Dori Ghezzi
montaggio: Barbara Faonio, assistente alla creazione per Fratto_X: Massimo
Camilli, disegno luci: Daria Grispino, luci e tecnica: Alice Mollica, progetto
video mapping e suono: Giacomo Sanna e Pietro Soru, video e audio: Giorgia
Mascia e Alessandro Pulloni, macchinista: Andrea Zanarini, organizzazione:
Tamara Viola, Simona Loi e Stefania Saltarelli, produzione: Sardegna Teatro
Mixed Reality, RezzaMastrella
in
collaborazione con: Fondazione Fabrizio De André, Teatro Vascello di Roma,
Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione di Sardegna, con estratti di:
FRATTO_X di RezzaMastrella, Materiale Teche Rai su licenza di Rai Com S.p.A.
ufficio
stampa Chiara Crupi – Artinconnessione e comunicazione digitale Tamara Viola
Durata: 80’
Amistade
è una storia a due voci, quella di Fabrizio De André registrata durante i
concerti e quella di Antonio Rezza live. Tutto si svolge nell’habitat materico
– visuale di Flavia Mastrella potenziato da frammenti di videoproiezioni e
video mapping. Insieme a Antonio Rezza in scena c’è Ivan Bellavista. La voce e
il movimento si alternano, gli editti di Fabrizio De André, parole del passato,
si uniscono alla voce di Antonio Rezza creando una vicenda in continuità con il
nostro presente fatto di abusi e veicolazioni di massa straordinariamente
efficaci.
Il primo di questo tre appuntamenti al Teatro Vascello di Roma, è senza ombra di dubbio un vero e proprio capolavoro. Antonio Rezza illuminato dalle sculture sceniche di Flavia Matrella e accompagnato in scena dal bravissimo Ivan Bellavista, è davvero geniale. Ricordo quando vidi per la prima volta Rezza in un piccolissimo teatrino in una provincia di Napoli, in cui faceva salire persone sul palco mettendole in totale imbarazzo, diceva cose stralunate, sembrava un folle. In realtà quella sana follia,
( attaccata alle radici avanguardistiche tanto care a Leo De Berardinis ) mi trasse in inganno. Ero convinto che il linguaggio scenico di Rezza fosse antico, trapassato.
Invece
era il contrario.
Il corpo attoriale è finalmente arma su ognuno di noi.
Chi
assiste è disarmato, volutamente, verso la propria catarsi.
Il dialogo costante con De André( futuristico in alcune sue dichiarazioni ultramoderne ) rende il tutto magico.
Termino proprio con una citazione del tanto caro De André:” Non si risenta la gente per bene, se non mi adatto a portar le catene”.
Grazie
Antonio Rezza per non esserti arreso alle catene!
Commenti
Posta un commento